La nascita della Sinistra Arcobaleno non ha fatto notizia.
Relegata nelle pagine interne dei quotidiani nazionali, tra le malinconiche notizie di cronaca, nera, rosa e del gossip della politica, è passata pressoché inosservata la notizia dell’assemblea degli Stati Generali della Sinistra italiana, svoltasi a Roma nei giorni 8 e 9 dicembre.
Eppure si tratta, dopo la costituzione del Partito Democratico, che ha richiesto anni di appassionate discussioni, di un avvenimento importante della politica italiana. Innanzitutto perché
Quattro partiti hanno dichiarato di volersi sciogliere per presentarsi uniti alle prossime elezioni sotto un unico simbolo.
Anche se è solo l’inizio di un processo, non sembra un impegno di poco conto. Non mancheranno, ne siamo certi, battute d’arresto e difficoltà. Ora, però, che la marcia è cominciata, sarà più difficile tornare indietro. Anche perché in tanti sono consapevoli che, dopo decenni e decenni di divisioni, o si va avanti uniti o si va tutti a casa. In caso di fallimento di questo processo, la sinistra, almeno questa sinistra, avrebbe definitivamente chiuso, in Italia, il conto con la storia.
“Una nuova nascita, una sinistra che non sia il riassunto di ciò che fummo, ma capace di ospitare domande di libertà, di leggere nel cuore della società…”. E ancora: “Una sinistra plurale, laica, ambientalista, femminista e di governo…”. Questo, in sintesi, il senso dichiarato di una sinistra unitaria capace di guardare avanti. La svolta non può essere soltanto quella di aver tolto dal simbolo falce e martello ed anche la parola “comunista”.
Forse non basta ancora. Ma come inizio può essere considerato incoraggiante.
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