venerdì 29 febbraio 2008
Il tetto del torrione
Campi di calcio e scuole
Al contrario, l’Amministrazione Comunale ha per mesi ignorato completamente la proposta ed insistito su un progetto che prevede la realizzazione di impianti sportivi in fondo a S. M, Apparve. Idea e progetto, naturalmente del tutto legittimi. Come legittima è, almeno io credo, la proposta di ristrutturare il vecchio campo del centro urbano. Perché anche in questa zona esiste un piccolo “campus” di impianti sportivi, che va salvaguardato: i campi da tennis e il pallone aerostatico di Via Giovanni XXIII e, adiacenti al campo sportivo, pur non essendo di proprietà del Comune, un bocciodromo coperto e un campetto polivalente.
L’idea, invece, di utilizzare il vecchio campo sportivo, in parte come area verde e come zona di giochi e svago per i ragazzi, mi appare del tutto strampalata. Non è condivisibile, inoltre, l’iter seguito dall’Amministrazione Comunale, che ha adottato in perfetta solitudine una decisione così rilevante che riguarda il presente e il futuro del calcio ad Ostra, senza pensare di coinvolgere almeno le Società che del calcio fanno la loro attività principale.
Circa venti anni fa il Comune ha acquistato, per una spesa assai rilevante per quei tempi, circa tre ettari di terra per edificare le scuole materne ed elementari delle frazioni Casine e Pianello.
E allora perché sprecare oltre tre ettari di terra per fare uno o due campi sportivi, quando per soddisfare le esigenze del calcio locale ne basta uno? E si può fare in Via Leopardi?
La proposta è questa: vendere le due scuole di Casine e Pianello e farne una nuova, naturalmente dove il Comune intende costruire i campi di calcio. Una scuola dotata di palestra, con ampi spazi di verde, dove possono trovare posto anche una pista polivalente e una pista ciclabile. E, ciò che più conta, gli alunni delle due frazioni, in costante crescita demografica, potranno finalmente fruire, in tempi ragionevoli, di scuole moderne e di spazi adeguati, come si conviene in una società civile del terzo millennio.
Il Bilancio Partecipativo e le altre forme di democrazia diretta.
Il bilancio di previsione rappresenta l'atto fondamentale per la vita di un Comune perché con esso si destinano risorse economiche ai vari settori e si esprimono le scelte di fondo di una Amministrazione Comunale.
In questi giorni i Comuni stanno predisponendo questo importante documento (il termine ultimo è il 31 marzo 2008).
Una nuova forma di partecipazione diretta dei cittadini alla vita della propria città è rappresentata dal Bilancio Partecipativo.
L'esperienza più celebre di bilancio partecipativo si è avuta a Porto Alegre (Brasile), città di 1,3 milioni di abitanti. Tale esperienza ha avuto inizio nel 1989. Il fine era quello di permettere ai cittadini di partecipare attivamente allo sviluppo ed all’elaborazione della politica municipale.
I cittadini sono invitati a precisare i loro bisogni e a stabilire delle priorità in vari campi o settori (ambiente, educazione, salute...). A questo si aggiunge una partecipazione complementare organizzata su base tematica attraverso il coinvolgimento di categorie professionali o lavorative (sindacati, imprenditori, studenti..). Ciò permette di avere una visione più completa della città.
Il Comune, che partecipa con un suo rappresentante agli incontri, ha il compito di fornire le informazioni tecniche, legali e finanziarie.
Il Bilancio, che viene alla fine approvato dal Consiglio Comunale, dovrebbe tener conto delle indicazioni e delle priorità scaturite nei diversi incontri con i cittadini.Nel corso dell'anno, attraverso apposite riunioni, la cittadinanza valuta la realizzazione dei lavori e dei servizi decisi nel bilancio partecipativo dell'anno precedente.
In Italia, il Bilancio Partecipativo ha visto una certa diffusione, soprattutto nei Comuni dell'Italia centrale, dalla fine degli anni ‘90.
Nel nostro Comune sembra sia stato fatto un modesto tentativo di sperimentare la pratica del Bilancio Partecipativo alcuni anni fa, a cui non si è più dato seguito.
Prima della stesura definitiva del bilancio di previsione, sarebbe invece interessante per noi cittadini poter partecipare ad incontri pubblici nei quali venga spiegato quali sono le risorse a disposizione, i criteri con cui vengono destinate ai vari settori, le scelte di fondo dell’Amministrazione Comunale ecc…. .
La lista civica da cui è nata l’attuale Amministrazione Comunale, nel suo programma elettorale, si era impegnata a promuovere e garantire la partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica della Comunità attraverso un costante confronto con le diverse espressioni della società civile; ad organizzare incontri pubblici da tenersi periodicamente sul territorio; ad istituire commissioni aperte al contributo dei Cittadini, raccordate con l’assessore di competenza e la giunta; a ricercare il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte di bilancio.
Purtroppo, a distanza di quattro anni, l’Amministrazione Comunale non ha ancora messo in pratica gli impegni sopra citati. I pochi incontri pubblici hanno avuto carattere saltuario (non periodico) e si sono andati progressivamente diradando con il passare del tempo.
Da diversi anni a questa parte, la redazione del bilancio è oramai demandata ad un ristretto numero di persone (giunta comunale) senza che i cittadini possano avere alcuna possibilità di conoscerne almeno le linee di indirizzo, se non dopo che il bilancio di previsione è stato approvato.
Credo che un maggior coinvolgimento dei cittadini nelle più importanti scelte dell’Amministrazione Comunale non possa che giovare alla nostra città.Ritengo pertanto che sia un dovere della nostra Amministrazione Comunale mantenere gli impegni assunti in campagna elettorale e dare ampio spazio a forme di democrazia diretta che favoriscano il coinvolgimento della cittadinanza. L’Amministrazione è già stata sollecitata in tal senso. Non ci resta che attendere e sperare nel buon senso dei nostri amministratori.
Riflessioni ad alta voce
E’ stata una piacevole sorpresa constatare che la gente ha iniziato a considerare questo foglio come un appuntamento mensile, nel quale leggere di questioni più o meno note, trovare conferma o smentita di proprie idee, spunti per riflettere.
Sempre più voci si sono espresse nel foglio alimentando i temi oggetto di possibili discussioni e stimolando il contraddittorio.
Pochi invece sono stati i riscontri di coloro a cui spesso ci si è rivolti per chiedere spiegazioni, o per riferire di problematiche da tempo irrisolte. Al riguardo, credo che il confronto e il dialogo siano ancora oggi i mezzi più democratici per dare riscontro alla voce dei cittadini, così come la disponibilità ad ascoltare le richieste, anche quelle che possono sembrare meno importanti, sia un punto qualificante per l’amministrazione del paese.
Ai miei coetanei vorrei chiedere di provare a pensare al posto in cui vivono, a come lo vorrebbero, o anche solo a raccontare una loro esperienza che possa poi diventare patrimonio comune.
Inoltre, a chi ritiene che non serva a nulla parlare, che tanto alla fine sono i fatti a “contare”, mi viene da rispondere che nessuna azione dovrebbe essere intrapresa senza un preventivo ragionamento o discussione e che, se questa fosse la regola, molti dei fatti “sciagurati” si sarebbero evitati.
Mi auguro che queste brevi riflessioni siano uno stimolo alla partecipazione alla “Città Ideale”.
Una piccola bussola
La campagna elettorale, che prelude alle prossime elezioni politiche, ci riserva indubbiamente alcune novità importanti: un panorama meno frastagliato di partiti e movimenti e un dibattito meno astioso, almeno nei toni. Ci auguriamo che tutto questo serva a far capire meglio i contenuti dei vari messaggi, sottraendoli appunto alla gazzarra e al rumore.
Registriamo nei discorsi una preoccupazione diffusa, quella di far apparire ciò che si propone (idee e uomini): “nuovo”, “moderno”, “giovane”. Io aggiungerei che non meno importanti sono gli attributi “chiaro” e “onesto”.
Chiarezza e onestà: i due termini si trovano in una relazione di reciprocità Indissolubile. E al di là di tutti gli artifici retorici, di cui è spesso intessuto il linguaggio politico, sono parole poco addomesticabili.
La chiarezza non ha nulla a che fare con la ripetitività dei discorsi, con gli slogan: dipende dalla limpida onestà degli intenti. L’onestà si sposa con uno sguardo sereno sui bisogni fondamentali della comunità nazionale (non sugli interessi di parte), sulla chiara determinazione delle risorse, sulla responsabilità rispetto alle scelte ed ai risultati.
Nel processo o nel tentativo di apparentamento, si è messa in atto una semplificazione che ha lasciato fuori di una piattaforma programmatica essenziale, questioni che sono riemerse subito come nodi al pettine o che emergeranno come problemi di governo (soprattutto nel centro-sinistra): il rapporto tra etica religiosa e politica, tra sviluppo e diritti del lavoro, tra Europa unita ed Europa dei nazionalismi, tra scuola di formazione- cultura e scuola di competizione.
Nel processo di semplificazione e polarizzazione in atto c’è un tentativo di schiacciamento, non dei gruppi costituiti da singole personalità (che si sistemeranno presto), ma di forze consistenti, per storia e rappresentanza, che debbono invece trovare spazio nel più ampio consesso della nostra Repubblica Parlamentare.Nella Babele dei linguaggi, che persiste anche grazie alla risonanza mediatica, esiste, a mio avviso, una buona bussola di orientamento in cui l’ago magnetico punti sempre a una stella polare, quella della nostra onestà e dell’altrui chiarezza.
venerdì 1 febbraio 2008
Un impegno sempre più ampio
Secondo noi il dibattito delle idee, soprattutto di quelle che partono da differenti punti di vista, rappresenta un’esigenza imprescindibile, specie nella società odierna. Ma, altrettanto certi che la concretezza dei problemi e l’analisi dei fattori siano il punto di partenza per costruire ragionamenti e proposte, abbiamo voluto non eludere le questioni concrete, anzi “metterle in piazza”. Abbiamo inteso portare su un terreno visibile e di più ampio confronto problemi che molti segnalano nel parlare quotidiano. Abbiamo così sollecitato lettori e fruitori del web ad esprimere un parere sulla proposta di ristrutturare il campo sportivo di Via Leopardi per farne una struttura sportiva al servizio del calcio locale. Che non vuol dire soltanto squadra del campionato maggiore, ma comprende anche le squadre giovanili e la bella realtà della scuola calcio, il calcio a 5, le partite amatoriali tra amici.Abbiamo riaperto il discorso sulla necessità di riacquisire, ristrutturare e utilizzare un gioiello storico-architettonico come Palazzo Censi. Abbiamo sollecitato la riapertura della Biblioteca Comunale, chiusa per lavori da troppi anni.
Abbiamo trattato questioni che afferiscono a un obiettivo generale di sistemazione e valorizzazione dell’intero centro storico e della qualità della vita che è possibile migliorare con vari interventi, compresa una più corretta viabilità, nel segno di una percezione realistica delle esigenze.Vorremmo parlare di più di analoghi o differenti problemi di vita nelle frazioni e contiamo di poterlo fare anche tramite attivi collaboratori di questo foglio. E infatti registriamo con grande soddisfazione sempre nuove adesioni, che aggiungono temi, esperienze, idee, proposte.
Gli interventi sul blog, soprattutto da parte di giovani, confermano che i cittadini vogliono essere interpellati sulle questioni che riguardano la vita cittadina e soprattutto desiderano essere informati e partecipare alle decisioni.
Un tempo erano i partiti a organizzare la ret e della informazione e della partecipazione di base. Oggi i cittadini contano per lo più come bottino elettorale da scaricare a operazioni di voto concluse, a meno che non si tratti di clienti o signorsì.
Sarebbe troppo facile a questo punto segnare a dito il triste spettacolo offerto dalla politica in questi giorni. Non lo faremo perché ci piace indicare piuttosto la possibilità di una reazione vigile, positiva. Il contesto politico-amministrativo locale è un primo, fondamentale spazio di tirocinio per esercitare i nostri diritti-doveri civili, elementari come la richiesta di essere informati per capire meglio i termini dei problemi aperti, l’entità delle risorse disponibili, la qualità del processo da mettere in atto per giungere alla migliore soluzione possibile.
Problemi importanti, ancora irrisolti, come quello delle scuole (centro e frazioni), dei beni culturali, degli edifici da ristrutturare anche a scopo abitativo, della viabilità cittadina (non solo degli autoveicoli), degli impianti sportivi comportano decisioni che non possono essere elaborate ed assunte unilateralmente nel chiuso della Giunta, senza coinvolgere nelle varie fasi il Consiglio Comunale, senza informazione e partecipazione democratica.
I nuovi diritti del cittadino digitale
di Stefano Neri
Internet, le reti telematiche e i sistemi informatici hanno cambiato il nostro modo di lavorare, di studiare, di informarci e, in generale, il nostro stile di via. Dovunque ci rechiamo troviamo un computer: in qualunque ufficio o negozio, dal medico, a scuola. La maggior parte delle famiglie italiane oggi possiede in casa un computer (oltre il 58 %).
Questa “innovazione digitale” è entrata a pieno ritmo anche nella Pubblica Amministrazione. Per svolgere pratiche è sempre meno necessaria la presenza fisica delle persone agli sportelli. I cittadini e gli uffici pubblici utilizzano nuovi canali per comunicare tra loro: internet, posta elettronica e reti.
Per regolamentare questo nuovo modo di operare, dal 1° gennaio 2006 è entrato in vigore il “Codice della Pubblica Amministrazione digitale” (Decreto Legislativo n. 82 del 7.3.2005), che sancisce i principi fondamentali e definisce i nuovi diritti che ne scaturiscono per i cittadini.
Per poterli esercitare è però necessario conoscerli.
Alcuni di questi nuovi diritti sono:
1) Il diritto a richiedere e ottenere l’uso delle tecnologie telematiche nelle comunicazioni con gli uffici pubblici e con i gestori di servizi statali. I cittadini non sono obbligati a recarsi presso gli sportelli per presentare documenti, ma devono essere accettate le comunicazioni inviate tramite posta elettronica.
2) Il diritto ad accedere con le moderne tecnologie informatiche agli atti pubblici che li riguardano. Le amministrazioni dello Stato devono pertanto rendere disponibili in formato digitale documenti, atti e procedimenti affinché gli interessati possano consultarli.
3) il diritto a ricevere qualsiasi comunica- zione pubblica per e.mail all’indirizzo di posta elettronica comunicato.
4) Il diritto a servizi pubblici di qualità. Pertanto le amministrazioni dello Stato devono organizzarsi per fare in modo che i loro servizi soddisfino pienamente i cittadini. Inoltre devono periodicamente verificare il livello qualitativo dei loro servizi e la misura della soddisfazione dei cittadini.
5) Il diritto a trovare in Rete tutti i moduli e i formulari rilevanti per qualsiasi pratica verso le pubbliche amministrazioni.
6) Il diritto per i disabili ad usufruire delle opportunità derivanti dall’uso degli strumenti informatici. Tutte le amministrazioni pubbliche si impegnano ad abbattere qualsiasi barriera digitale e a rendere accessibili tutti i servizi offerti ai cittadini.
Tutti noi cittadini siamo già titolari di questi diritti che valgono anche nei confronti del nostro Comune.
Purtroppo, a distanza di due anni dall’entrata in vigore, sembra che l’Amministrazione Comunale sia un poco in ritardo nell’ applicazione della Legge.
Nello scambio di corrispondenza si continua ancora a privilegiare l’uso della carta, nonostante l’introduzione della “firma digitale” e della “posta elettronica certificata”. Tra l’altro si potrebbe risparmiare notevolmente sul consumo di carta e sulle spese postali, che nell’anno 2006 sono state circa 19 mila euro.
Si auspica che vi vengano pubblicati tutti i regolamenti, le tariffe comunali, i verbali delle delibere di giunta e di consiglio, le ordinanze sindacali e le delibere dei responsabili dei vari settori, la modulistica in vigore ed anche tutta una serie di informazioni utili ai cittadini sui servizi a loro disposizione.
Per dare al cittadino la possibilità di consultare con le moderne tecnologie informatiche gli atti e i documenti pubblici, il nuovo sito dovrebbe ospitare una sorta di “albo pretorio on line” nel quale sia reso disponibile in formato digitale tutto ciò che generalmente è affisso in forma cartacea nel tradizionale albo pretorio.
Si tratta di una Carta Nazionale dei Servizi, emessa dalla Regione Marche, che ci consentirà di utilizzare i vari servizi “on line” messi a disposizione dalla Pubblica Amministrazione (compresi quelli che attiverà il nostro Comune) e di utilizzare
Per mettere in pratica questa importante legge è necessario, da parte di chi amministra il nostro Comune, un forte impegno culturale, per cambiare i tradizionali modi di operare e offrire così a tutti i cittadini migliori e maggiori opportunità.
Tutti noi cittadini dobbiamo invece prendere coscienza di questi nuovi diritti ed imparare a farli valere.
Le meraviglie di Ostra: un privilegio per pochi
di Marco Albani
La breve esperienza di lavoro e formazione sinora vissuta presso l’Ufficio Turistico di Ostra come volontario di servizio civile mi ha permesso di cogliere determinati aspetti del vivere cittadino a cui precedentemente non avevo prestato attenzione. Primo fra tutti, la notevole affluenza turistica che caratterizza il nostro paese. I numeri parlano chiaro: nel 2007 più di 1200 turisti da ogni parte d’Italia, d’Europa (in particolare Germania, Inghilterra, Francia, Olanda, Spagna) e del mondo (America, Australia) si sono concessi una visita all’interno delle mura cittadine, lungo le vie principali e attraverso i vicoli e i viottoli meno conosciuti.
Purtroppo però, eccezion fatta per alcune chiese (San Francesco, SS Crocifisso e Santa Croce) e per il Teatro Comunale “
Avete mai visto i pregevoli stucchi che impreziosiscono le pareti interne di Palazzo Cherubini? Avete mai apprezzato i dipinti di Palazzo Luzi-Fedeli-Gabuzi? Eravate a conoscenza che la chiesa di San Rocco conserva opere di Giacinto Brandi e Pietro da Cortona oltre ad un organo di Gaetano Callido risalente al 1771?
Credo che soltanto pochi cittadini ostrensi (ma sicuramente nessuno degli oltre 1200 turisti sopraccitati) potrebbero rispondere in maniera affermativa.
E’ inoltre assolutamente inutile diffondere dépliant informativi in cui viene scritto, ad esempio, che “…Palazzo Menchetti (nella foto) conserva al suo interno arredi d’epoca e pregevoli dipinti…” se poi nessuno ha la possibilità di ammirarli.
Il turista non può altro che rimanere deluso e insoddisfatto, innescando un passaparola negativo nei confronti degli amici, dei colleghi e dei conoscenti. Il risultato è quindi una diminuzione del numero dei visitatori: non a caso, rispetto al 2006, l’affluenza turistica si è ridotta addirittura del 7%.
Non è difficile prevedere che, nei prossimi anni, tale andamento continuerà a persistere, soprattutto se l’Amministrazione Comunale non deciderà di attuare strategie volte a valorizzare il ricco patrimonio artistico e culturale di Ostra.
Mi permetto di suggerire un paio di accorgimenti:
imporre alle famiglie proprietarie dei palazzi signorili il rispetto della legge n° 1089/39 (meglio conosciuta come legge Bottai e oggi confluita nel testo unico del decreto legislativo n° 490/99) secondo cui è fatto obbligo ai privati proprietari di cose immobili, collezioni e serie di eccezionale interesse di ammettere a visitare per scopi culturali le cose, le collezioni e le serie stesse, con le modalità da stabilirsi caso per caso, inteso il proprietario;
destinare annualmente una parte delle risorse economiche alla ristrutturazione graduale di tutte le chiese ed edifici caduti ormai in rovina e in disuso.
Il turismo è alla base dello sviluppo di una città; se ci sono turisti, le strutture ricettive (hotel, bed & breakfast, agriturismi) funzionano, i produttori e rivenditori di prodotti tipici hanno dei guadagni e tutta l’economia cittadina non può altro che ricavarne indubbi benefici. Ecco perché la mia città ideale dovrebbe possedere un itinerario turistico concreto (e non soltanto scritto sulla carta), dovrebbe essere conosciuta, rinomata e dovrebbe onorare al meglio ciò che la storia le ha lasciato in custodia e ricordi.
Giovani e anziani
Circa un anno fa, su queste colonne, abbiamo sollevato il problema della mancanza di uno spazio verde per i ragazzi di Ostra e dintorni. E l’utilizzo di quel campetto adiacente alla Casa di Riposo, pensavamo (pensiamo) fosse una soluzione giusta e praticabile.
Avevamo suggerito, con molta serenità, una via da seguire tra
Appunto persone, alle quali - pur con i problemi dovuti all’età e non solo - pensiamo, possano far piacere, due|tre volte la settimana, per un paio di ore, l’allegria e il gioco di ragazzi.
Leggiamo spesso sulle pagine di quotidiani locali di feste organizzate da gruppi di animatori, di volontari, di ragazzi delle scuole, in particolari momenti dell’anno (Natale, Epifania, compleanni). Feste alle quali si dà giustamente un grande valore, perché unanimemente si ritiene che possano far bene ai giovani e agli anziani.
E se queste “feste”, anziché saltuarie, sporadiche, occasionali, diventassero momenti di incontro più frequenti, cosa succederebbe? Niente di male, a nostro parere, perché ne potrebbe nascere una relazione di conoscenza, perfino di amicizia. Aspetto importante specialmente oggi che il nucleo unifamiliare non comprende spesso gli anziani, com’è sicuramente il caso degli ospiti della Casa di Riposo.
Se non chiediamo troppo, aspettiamo, con assoluto rispetto delle altrui decisioni, una cortese risposta.