venerdì 29 febbraio 2008

Una piccola bussola

di Giancarla Raffaeli


La campagna elettorale, che prelude alle prossime elezioni politiche, ci riserva indubbiamente alcune novità importanti: un panorama meno frastagliato di partiti e movimenti e un dibattito meno astioso, almeno nei toni. Ci auguriamo che tutto questo serva a far capire meglio i contenuti dei vari messaggi, sottraendoli appunto alla gazzarra e al rumore.
Registriamo nei discorsi una preoccupazione diffusa, quella di far apparire ciò che si propone (idee e uomini): “nuovo”, “moderno”, “giovane”. Io aggiungerei che non meno importanti sono gli attributi “chiaro” e “onesto”.


Chiarezza e onestà: i due termini si trovano in una relazione di reciprocità Indissolubile. E al di là di tutti gli artifici retorici, di cui è spesso intessuto il linguaggio politico, sono parole poco addomesticabili.
La chiarezza non ha nulla a che fare con la ripetitività dei discorsi, con gli slogan: dipende dalla limpida onestà degli intenti. L’onestà si sposa con uno sguardo sereno sui bisogni fondamentali della comunità nazionale (non sugli interessi di parte), sulla chiara determinazione delle risorse, sulla responsabilità rispetto alle scelte ed ai risultati.
Nel processo o nel tentativo di apparentamento, si è messa in atto una semplificazione che ha lasciato fuori di una piattaforma programmatica essenziale, questioni che sono riemerse subito come nodi al pettine o che emergeranno come problemi di governo (soprattutto nel centro-sinistra): il rapporto tra etica religiosa e politica, tra sviluppo e diritti del lavoro, tra Europa unita ed Europa dei nazionalismi, tra scuola di formazione- cultura e scuola di competizione.
Nel processo di semplificazione e polarizzazione in atto c’è un tentativo di schiacciamento, non dei gruppi costituiti da singole personalità (che si sistemeranno presto), ma di forze consistenti, per storia e rappresentanza, che debbono invece trovare spazio nel più ampio consesso della nostra Repubblica Parlamentare.Nella Babele dei linguaggi, che persiste anche grazie alla risonanza mediatica, esiste, a mio avviso, una buona bussola di orientamento in cui l’ago magnetico punti sempre a una stella polare, quella della nostra onestà e dell’altrui chiarezza.

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