venerdì 1 febbraio 2008

Le meraviglie di Ostra: un privilegio per pochi


di Marco Albani

La breve esperienza di lavoro e formazione sinora vissuta presso l’Ufficio Turistico di Ostra come volontario di servizio civile mi ha permesso di cogliere determinati aspetti del vivere cittadino a cui precedentemente non avevo prestato attenzione. Primo fra tutti, la notevole affluenza turistica che caratterizza il nostro paese. I numeri parlano chiaro: nel 2007 più di 1200 turisti da ogni parte d’Italia, d’Europa (in particolare Germania, Inghilterra, Francia, Olanda, Spagna) e del mondo (America, Australia) si sono concessi una visita all’interno delle mura cittadine, lungo le vie principali e attraverso i vicoli e i viottoli meno conosciuti.
Purtroppo però, eccezion fatta per alcune chiese (San Francesco, SS Crocifisso e Santa Croce) e per il Teatro Comunale “La Vittoria”, nessuno dei palazzi gentilizi e dei restanti edifici religiosi (San Rocco, San Filippo Neri) è visitabile e accessibile al pubblico.
Avete mai visto i pregevoli stucchi che impreziosiscono le pareti interne di Palazzo Cherubini? Avete mai apprezzato i dipinti di Palazzo Luzi-Fedeli-Gabuzi? Eravate a conoscenza che la chiesa di San Rocco conserva opere di Giacinto Brandi e Pietro da Cortona oltre ad un organo di Gaetano Callido risalente al 1771?
Credo che soltanto pochi cittadini ostrensi (ma sicuramente nessuno degli oltre 1200 turisti sopraccitati) potrebbero rispondere in maniera affermativa.
E’ inoltre assolutamente inutile diffondere dépliant informativi in cui viene scritto, ad esempio, che “…Palazzo Menchetti (nella foto) conserva al suo interno arredi d’epoca e pregevoli dipinti…” se poi nessuno ha la possibilità di ammirarli.

Il turista non può altro che rimanere deluso e insoddisfatto, innescando un passaparola negativo nei confronti degli amici, dei colleghi e dei conoscenti. Il risultato è quindi una diminuzione del numero dei visitatori: non a caso, rispetto al 2006, l’affluenza turistica si è ridotta addirittura del 7%.

Non è difficile prevedere che, nei prossimi anni, tale andamento continuerà a persistere, soprattutto se l’Amministrazione Comunale non deciderà di attuare strategie volte a valorizzare il ricco patrimonio artistico e culturale di Ostra.
Mi permetto di suggerire un paio di accorgimenti:
imporre alle famiglie proprietarie dei palazzi signorili il rispetto della legge n° 1089/39 (meglio conosciuta come legge Bottai e oggi confluita nel testo unico del decreto legislativo n° 490/99) secondo cui è fatto obbligo ai privati proprietari di cose immobili, collezioni e serie di eccezionale interesse di ammettere a visitare per scopi culturali le cose, le collezioni e le serie stesse, con le modalità da stabilirsi caso per caso, inteso il proprietario;
destinare annualmente una parte delle risorse economiche alla ristrutturazione graduale di tutte le chiese ed edifici caduti ormai in rovina e in disuso.

Il turismo è alla base dello sviluppo di una città; se ci sono turisti, le strutture ricettive (hotel, bed & breakfast, agriturismi) funzionano, i produttori e rivenditori di prodotti tipici hanno dei guadagni e tutta l’economia cittadina non può altro che ricavarne indubbi benefici. Ecco perché la mia città ideale dovrebbe possedere un itinerario turistico concreto (e non soltanto scritto sulla carta), dovrebbe essere conosciuta, rinomata e dovrebbe onorare al meglio ciò che la storia le ha lasciato in custodia e ricordi.

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